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Uno Starck in pieno centro, a Roma

18 maggio 2023

Aprirà le porte nel 2025 un nuovo hotel Brach firmato Philippe Starck. L’edificio, declinato in ferro, vetro e vegetazione, dialoga con le preesistenze edilizie e il tessuto urbano, fornendo nuove chiavi di lettura dell’architettura moderna.

 

 di Nora Santonastaso

 


Il nuovo hotel Brach a Roma sarà firmato Philippe Starck e sorgerà in via Luisa di Savoia. Il cantiere, già avviato, dovrebbe essere completato nella primavera 2025. Foto © Artribune


Ad andare in giro per Roma, ultimamente, è tutto un fermento di cantieri e trasformazioni. E non tutto è riconducibile all’onda lunga di ciò che rimane dopo la chiusura del Superbonus 110 e dei crediti, con la corsa al ponteggio e all’ultima lastra di isolante da cappotto termico. Per fortuna - da esclamare ad alta voce! - c’è aria di vera novità e, in almeno un paio di casi, si tratta di una novità assoluta o quantomeno rara nel contesto italiano e specificamente romano.

 

La notizia in anteprima l’aveva data Artribune il 12 gennaio scorso, pubblicando alcuni render inediti: in via Luisa di Savoia sorgerà, nella primavera 2025, un nuovo hotel della catena Brach, di proprietà del gruppo Evok. La firma del progetto è del poliedrico architetto e designer francese Philippe Starck, classe 1949, attivissimo nel panorama internazionale dell’innovazione, della sperimentazione e - come sappiamo - anche della provocazione.

 

Viene più facile, lo so, associare Starck alla scala progettuale di una sedia o di un complemento, forse perché questi oggetti sono più facilmente riconducibili, nell’immaginario collettivo, alla possibilità di generare una sorpresa di semplice e diretta sperimentazione.

 


"Kartell è una filosofia di famiglia o una famiglia filosofica. Solo Kartell, e prima di chiunque altro, ha intuito che esclusivamente la plastica avrebbe potuto aumentare la qualità e dare vita a prodotti interessanti e onesti, per più persone possibile” - Philippe Starck. Foto © Kartell


La Ghost di Kartell, stampata in policarbonato trasparente o colorato e riprodotta in cento e più tentativi di copia nelle sue forme giocose in bilico tra vecchio e nuovo, è qualcosa che fa ormai parte di ciò che incaselliamo nel nostro archivio mentale ed emozionale di design moderno.

 

Eppure c’è anche uno Starck che progetta edifici e interni e lo fa con una meticolosa attenzione; quella che, nel caso del nuovo hotel che sorgerà in pieno centro a Roma, è anche in linea con le richieste del committente Evok, che impronta il suo progetto di ricettività sull’eleganza e la personalizzazione estrema.

 

Esploriamo l’area di intervento. Siamo di fronte alla Porta del Popolo, che costituisce il varco per l’ingresso al centro storico sulle Mura Aureliane dalla via consolare Flaminia. Varcata la Porta si è in piazza del Popolo e si può scegliere quale via del tridente imboccare. Chi ha studiato architettura a La Sapienza conosce questi luoghi alla perfezione, avendoli esplorati in lungo e in largo nelle pause tra una lezione e l’altra.

 

Al di qua della porta siamo nel quartiere Flaminio, tra palazzine Liberty ed edilizia anni ‘30. Per far spazio al nuovo hotel di Starck è successa una cosa incredibile per Roma (e qui sta la novità assoluta a cui mi riferivo in apertura): un vecchio edificio scolastico - l’Istituto Tecnico Commerciale Maffeo Pantaleoni - è stato completamente demolito, lasciando una porzione di suolo urbano unica e preziosissima a disposizione dell’interpretazione offerta da un’architettura moderna.   

 


II volume dell’edificio per uffici della Banca Popolare di Milano a via Luisa di Savoia, progetto di Luigi Moretti e Carlo Zacutti, attualmente al centro di un interessante dibattito sul restauro. Foto © Paolo Marcoaldi


Il Brach di Starck avrà alla sua sinistra la ricca ed elegante facciata in stile barocco di Villa Ravà delle Rose, progettata da Cesare Bazzani e realizzata tra il 1906 e il 1911, oggi sede dell’Ambasciatore della Repubblica di Colombia. A destra, invece, dialogherà con il volume dell’edificio per uffici della Banca Popolare di Milano, ultima opera romana di Luigi Moretti, realizzata a quattro mani con Carlo Zacutti.

 

Alle spalle, a quattro passi da percorrere sul Lungotevere, si arriva invece alla Palazzina Nebbiosi, costruita tra il 1928 e il 1932 per la società di costruzioni di Pier Luigi Nervi su progetto dell’architetto Giuseppe Nebbiosi. Varcare la soglia e visitare l’interno di questo edificio, considerato un punto di incontro tra architettura in stile barocco e razionalismo, sarà possibile durante la prossima edizione di Open House Roma, in programma dal 20 al 28 maggio.

 

Il confronto con le preesistenze, dunque, pone Starck nella difficile posizione dell’interpretazione e dell’integrazione. Nel contesto del centro cittadino non avrebbe potuto essere altrimenti. L’intervento, che si annuncia declinato in ferro, vetro e verde di facciata e in copertura, sembra essere stato ridimensionato e ricalibrato in base alle effettive possibilità di realizzazione rispetto al progetto originario, o almeno così dicono le voci di corridoio.

 

Il cantiere è in pieno fermento, anche sotto la guida di Surf Engineering, partner romano dello studio Starck. L’inaugurazione è attesa in tempo per il Giubileo del 2025, vi aggiorniamo.

Uno Starck in pieno centro, a Roma
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