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Mostra di materiali LIGHT BOX - Scatola di Luce

A cura di APIL, in collaborazione con DDN-OFARCH

La luce è un’onda elettromagnetica che si propaga nel vuoto. Grazie alla luce vediamo, distinguiamo le forme e la profondità della realtà; tuttavia della luce siamo coscienti solo quando questa è assente poiché senza di essa non siamo più in grado di vedere.

Ente fisico essenziale per la vita, sia che derivi da una sorgente naturale o artificiale; la luce del sole, di una candela, il faro di un’auto, il lampione stradale, luce diretta, riflessa, accecante, viva, fioca, contrasti di luci e ombre, il buio, … sono fenomeni che fanno parte del nostro quotidiano.

La luce è un materiale architettonico impalpabile ma con forte struttura capace di penetrare e diffondersi sulle costruzioni caratterizzando spazi, forme e colori, in grado di creare forti impatti emotivi psico-fisici sugli individui.

Luce, ambiente e uomo sono elementi inscindibili. Se si elimina la luce il contenuto emotivo dello spazio scompare. Il nostro mondo tridimensionale è determinato da infinite forme e finiture delle superfici e la nostra percezione visiva è governata in relazione a come noi le vediamo e sentiamo i materiali. Le superfici sono i vestiti delle forme che compongono gli spazi; il modo in cui la luce raggiunge una superficie ci rivela le qualità inerenti ad essa. La luce ha l’abilità di decidere se svelare la vera natura della superficie o deformarla o enfatizzarla.

I materiali dell’architettura sono molto variabili e aperti ai differenti modi di esplorare la relazione tra luce e superficie, questo è il tema della mostra-esposizione di ARCHITECT@WORK 2018 curata da APIL che, in collaborazione con DDN-OFARCH, ha ideato “Light box - Scatola di luce”, un insieme di scatole luminose che con l’interazione del pubblico diventano una scenografia curiosa nello spazio espositivo e un'esperienza immersiva tra luce e materia.

L’obiettivo della mostra è indagare le ragioni che stanno alla base delle scelte progettuali inerenti alla luce e in relazione ai materiali dell’architettura; il lavoro focalizza l’attenzione su alcuni materiali selezionati che spaziano da quelli naturali come legno e pietra a quelli composti come la ceramica fino a quelli di nuova generazione in cui il materiale si fonde con la tecnologia elettronica. Il pubblico interagisce con le superfici e con la luce tramite uno schema predefinito di effetti luminosi che a loro volta interagiscono in modo differente sui materiali creando percezioni diverse di lettura dei materiali stessi. Le superfici definiscono le forme del mondo, la luce ci permette di vederle.

La luce va progettata, non progettare la luce significa abbandonare un progetto ad un destino incerto, significa lasciare che la luce, incontrollata, deformi e modifichi completamente il risultato finale. Progettare la luce significa garantire la massima valorizzazione del progetto e dunque la sua massima espressione.

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